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Città Gemellate


Le città gemellate


SZCZAWNICA (Polonia)

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E' uno dei più belli angoli della Polonia, a quota 43O~560 m, sito nella pittorica valle Grajcarek sulla riva destra del fiume Dunajec. 7,5 mila abitanti; la superficie della città  8727 ha della quale 60 % sono i boschi che influenzano in modo particolare sul suo caratteristico microclima. Il nome della città proviene dalle acque minerali aciduli "szczawy". Le prime menzioni sulla città risalgono al 1413.

Primi pazienti - bagnanti, dal circa 1790, hanno usufruito locali acque minerali per bere e fare i bagni. Nel 1828 la stazione climatica SZCZAWNICA viene acquistata dalla coppia dei coniugi ungheresi Jòzefina e Stefan Szalay. La città rifiorisce in modo eccezionale grazie al "governo" decennale del loro figlio Jòzef Szalay che era stato un vero creatore della stazione balneare: ha costruito i primi bagni di sorgenti, ville, pensioni e ha dato immagine architettonica alle sorgenti scoperte.

Szalay, nell'arco di 40 anni dell'attività, ha dato uno slancio alla stazione di cura, al turismo e al deflusso del fiume Dunajec con le zattere, che sono stati un vero divertimento di moda. Invitava a Szczawnica i personaggi più illustri.

Così, come Krynica, e' diventata "kurort" moderno per l'aristocrazia, la ricca borghesia e il mondo artistico. Specialmente amato dai grandi scrittori, come H. Sienkiewicz, B. Prus ed altri.

Ornatamente si presentano edifici di cura del 800' e 900' e le ville nello stile svizzero ed già non numerose case montanare ( alcune con gli stemmi gent ilizi delle casate di Szczawnica, dipinte personalmente da Szalay). Nel Parco Alto si trova la neogotica cappella della Madonna Madre Regina del Cielo dal 1846, progettata Szalay e con il suo dipinto, nel Parco Basso la novecentesca cappella della Madonna Nera di Czetochowa, sono appena alcuni gioielli da vedere

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Nel posto dove si beve l'acqua minerale "Maddalena" si organizzano le mostre della pittura e scultura degli artisti locali. Durante l'estate all'aperto si ascoltano i concerti (Iella musica da camera.

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Anche oggi si possono vedere sulle strade i cocchieri di piazze nel tradizioni costumi popolari. Un'attrazione turistica numero uno c'e' sempre il deflusso del fiume Dunajec con le zattere in compagnia dei barcaioli - musicisti montanari (il per corso di 20 km e di durata 3-4 ore). Il grande interesse suscita un nuovo valico turistico con la Slovacchia.
Per gli appassionati allo sport, così detta "follia bianca" c'e un nuovo impianto sciistico con la neve artificiale nel caso di necessità (omologato FIS ) ed anche una pista halfpipe ( per snowboard ).

COLLESANO (Palermo)

Sito internt: www.comune.collesano.pa.it
E-mail: sindaco@comune.collesano.pa.it

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Nella storia di Collesano, l'antico quartiere di Bavarino (o Bagherino) si sviluppò attorno al castello normanno dopo la distruzione di Qal-at as-Sirat e il trasferimento forzoso dalla zona del Monte d'Oro, avvenimenti anteriori al 1140. Questo quartiere, in epoca normanna, passò da una funzione puramente militare a diventare il fulcro della vasta signoria feudale di Adelicia (o Adelasia), nipote di re Ruggero. La signoria si estendeva dal mare (la Roccella) alle Madonie e si estendeva fino all'attuale Caltanissetta. Nel corso dei secoli, Collesano passò sotto diverse dominazioni, tra cui gli Svevi, i Cicala di Alife con il titolo di Contea, e il demanio regio. Durante il breve periodo angioino, fu feudo di Simone di Monfort, per poi passare a Giovanni De Bullasio nel 1271.

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Il primo documento noto riguardante un edificio a Collesano risale al 1140, riguarda la consacrazione della chiesa normanna di S. Pietro. Tuttavia, la sua ubicazione precisa rimane oggetto di dibattito. Si presume che la chiesa potrebbe essere stata situata dove ora sorge S. Maria La Vecchia, e potrebbe essere stata dedicata a S. Maria dopo il 1310. Un frammento di affresco risalente al '400, raffigurante il volto di Cristo con reminiscenze bizantine, è la testimonianza più antica dell'esistenza della chiesa.

Il Castello, dopo essere stato ridotto in rovine dal terremoto del 1693, perse la sua funzione militare e divenne il palatium dei Moncada. In quest'edificio, un grande vano ospitava rappresentazioni teatrali, principalmente di temi religiosi, messe in scena dall'Accademia degli Offuscati locale.

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L'edificazione della Chiesa di S. Giacomo nella Piazza Grande segnò l'inizio dello sviluppo urbano verso sud, mentre la costruzione della nuova Chiesa Madre di S. Pietro, ora Basilica, a partire dalla fine del '400, portò alla creazione del quartiere di S. Pietro. La facciata attuale della Chiesa Madre risale al primo '900 e ha sostituito quella precedente. La Piazza Duomo, di fronte alla chiesa, era concepita come spazio di rispetto per il monumento e seguiva i canoni barocchi, con le piazze considerate "sale teatrali" per gli spettacoli all'aperto, inclusi quelli religiosi e le processioni.

Collesano ha anche ospitato altre chiese importanti nel medioevo, tra cui S. Nicolò di Bari e S. Maria della Neve, la cui presenza è ora testimoniata solo da ruderi e libri dei conti.

Il periodo tardo '400 ha visto l'inizio della costruzione di altre due importanti chiese locali, S. Giacomo e S. Piero, a segnare la crescita demografica ed urbanistica. S. Giacomo, in particolare, è stata il fulcro delle celebrazioni in onore del santo patrono di Collesano fino al 1641, quando il patronato è stato trasferito a Maria SS. dei Miracoli.

Questi eventi rappresentano una parte significativa della storia di Collesano, una comunità ricca di tradizione e sviluppo.

DOZZA (Bologna)

Sito internet: www.comune.dozza.bo.it
E-mail: info@comune.dozza.bo.it
Città gemellata dal 9 maggio 2017

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Il Comune di Dozza è situato in Provincia di Bologna, a sud est del capoluogo regionale dal quale dista circa 36 chilometri. Il suo territorio  si estende  su di una superficie di circa 24,2 chilometri quadrati  ed è attraversato dalla strada statale n. 9 "Emilia".

Si trova tra i Comuni di Imola, Castel San Pietro Terme, Casalfiumanese e Castelguelfo.
Esso è costituito dal Capoluogo e dalla frazione di Toscanella.
All'interno del Capoluogo, posto sul primo contrafforte collinare (a circa 190 metri sul livello del mare),  si trova l'antico borgo medioevale, oggi giudicato fra i più belli d'Italia e fonte di attrattiva turistica.
La frazione di Toscanella si sviluppa nella zona pianeggiante del territorio comunale, sull'asse della via Emilia e rappresenta il cuore economico e commerciale del Comune.

Dozza

LA STORIA
Ducia e Dutia i più antichi; Dozza l'attuale. Questa l'evoluzione del nome del Borgo, passato attraverso le forme di Duza e Doccia, prima dell'esito finale.
Tanti suoni per legare questa località ad un solo elemento: l'acqua, la cui mancanza ne ha caratterizzato il nome, e quindi, la storia. Dallo stemma del Comune, con il grifo che si abbevera, ai ritrovamenti di un antico acquedotto proveniente da Monte del Re, fino a toponimi delle chiese, tutto collega il nome di Dozza alla "doccia", condotto in cui scorre l'acqua.
Quasi un paradosso, per un borgo che da secoli ha fatto del vino di qualità una fonte di ricchezza ed una bandiera.
Abitato fin dall'età del bronzo, il luogo fu prima assoggettato ai Galli, poi ai Romani. Ritornò a fiorire già prima del Mille. Furono i Bolognesi a cingerlo di mura, nel 1086 e circa due secoli dopo a costruire la rocchetta con il rivellino, a difesa dell'entrata del borgo. Il primo documento scritto che ci parla di un Castrum Ducie è del 1126. Per secoli fu oggetto di disputa, per la sua posizione strategica a dominio della Via Emilia. Riofirì e trovò una certa stabilità con Caterina Sforza, che ne riedificò la Rocca. Poi, alla fine di lunghe dispute, divenne feudo dei Malvezzi-Campeggi.

LA ROCCA DI CATERINA   

rocca

Potente, massiccia, eppure al tempo stesso ben armonizzata con il resto del borgo. E' la Rocca Sforzesca.
A volerla ricostruire sulle rovine di precedenti fortezze, continuamente soggette ad assalti e distruzioni, fu Caterina Sforza, Signora di Imola e di Dozza. i lavori furono affidati nel tardo Quattrocento all'architetto fiorentino Giorgio Marchesi. Furono alzate le spesse mura di cinta ed il torrione maggiore. Le alterne vicende politiche della regione si ripercossero anche sul dominio di Dozza e del castello, a lungo contesi dalle famiglie bolognesi Campeggi e Malvezzi. Alla fine, per via ereditaria, i Malvezzi ottennero il feudo e la rocca, col titolo di Marchesi Malvezzi-Campeggi.
L'aspetto attuale della Rocca è il frutto delle trasformazioni in palazzo signorile, completata proprio dai Malvezzi nel 1594. I loro discendenti l'abitarono fino al 1960, anno in cui l'acquistò il Comune, all'estinzione dell'ultimo erede.

MURO LUCANO (Potenza)

Oliveto Citra e Muro Lucano: patto di gemellaggio paese gerardini

pattodigemellaggio paesegerardini

“Patto di gemellaggio” tra i Comuni di Oliveto Citra e Muro Lucano in onore di San Gerardo Maiella.
Nel giorno della nascita del Santo murese ( domenica 6 aprile), è stato siglato il “Patto di gemellaggio”, alle ore 17,30,  nella Casa Comunale murese dal  sindaco di Muro Lucano,  dal primo cittadino di  Oliveto Citra e dai parroci delle due comunità.
Il patto nasce dalla volontà di consolidare rapporti di ufficialità al fine di valorizzare nel tempo il comune patrimonio spirituale che San Gerardo ha saputo infondere nelle due comunità.Si punta a dar vita anche a  scambi culturali tra i cittadini dei rispettivi Comuni  rafforzando, nel contempo,  gli scambi informativi al fine di ricercare occasioni di crescita e di sviluppo”.
I comuni hanno stabilito relazioni di cooperazione e di solidarietà per la loro affinità culturale e per la loro estrazione di comuni radici cristiane  e trovano in San Gerardo Maiella il modello di vita in cui si riconoscono.
Il culto del Santo rappresenta un aspetto molto importante anche nella tradizione popolare di tutta l'Alta Valle del Sele. Il Santo vi si fermava periodicamente, e in alcuni di questi paesi, operò dei miracoli; tra questi quello del fazzoletto della partoriente ad Oliveto Citra ”.

San Macario

Il Santo Patrono di Oliveto Citra


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La storia di Oliveto

Viaggio alla scoperta della storia della nostra città


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Il fagiolo occhio nero di Oliveto Citra

Il fagiolo occhio nero di Oliveto Citra è un legume di granella tra i più rinomati.


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Pubblicazioni

Raccolta delle pubblicazioni del comune di Oliveto Citra


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Oliveto Sacra

Il Castello Normanno di Oliveto Citra è un luogo di pellegrinaggio noto per le apparizioni mariane. Inoltre, la città ha una forte devozione a San Gerardo Majella, noto come "Angelo delle culle".


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Il Fiume Sele

Il fiume Sele, nella regione Campania, è noto per le sue sorgenti a Caposele e il suo principale affluente, il Tanagro, contribuisce significativamente alla sua portata.


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I Sindaci di Oliveto Citra

Sindaci e podestà dal 1861 ad oggi


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Associazioni

Elenco ed informazioni relative alle associazione operanti sul territorio comunale di Oliveto Citra


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31 - 10 Agosto
Giornata aperta

Premio Sele D'Oro

Il Premio Sele d'Oro Mezzogiorno: un'iniziativa nata per preservare tradizioni e l'ambiente, valorizzando il fiume Sele.

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29 - 1 Settembre

49ª Festa dell’Uva

Il racconto di un territorio passa anche e soprattutto dalle sue tradizioni dalla sua cultura enogastronomica e dal suo folklore .

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Il Castello di Oliveto Citra

Il Castello di Oliveto Citra, simbolo storico-culturale, domina il paese. Ricostruito nel Rinascimento, testimonia la storia di Oliveto. Un luogo per attività culturali e dialogo tra passato e presente.

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Campanile

Campanile e Torre rappresentano l'identità storica di Oliveto Citra, secoli di storia e restauri. Icone della piazza, rifugio per i pellegrini.

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Biblioteca comunale

La Biblioteca comunale di Oliveto Citra, punto di riferimento culturale, offre spazi per studio, lettura e accesso gratuito a Internet. Promuove la lettura e la diversità culturale attraverso iniziative per tutte le età.

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Chiesa di Santa Maria della Misericordia

La Chiesa Madre di Oliveto Citra S. Maria della Misericordia risale alla fine degli anni ’80 del XVIII sec (la sua edificazione iniziò nel 1775 circa e fu officiata nel 1783).

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Ospedale San Francesco D'Assisi

Il Presidio Ospedaliero "S. Francesco d'Assisi" di Oliveto Citra offre servizi medici, chirurgici e specialistici completi.

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Santuario Madonna della Consolazione

La Chiesa Madonna della Consolazione di Oliveto Citra è nata da un evento miracoloso, diventando un Santuario Cittadino nel 2013.

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