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DL Riaperture: asporto consentito nei bar anche dopo le 18

Ministero dell''Interno e presidenza del Consiglio dei Ministri, in risposta all''Ufficio Legislativo e Affari Giuridici di Confesercenti, confermano la vendita d''asporto dopo le 18 e fino alle 22 per qualsiasi esercizio di ristorazione nella zo...


Dettagli della notizia

Data di pubblicazione

12 maggio 2021

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Ministero dell'Interno e presidenza del Consiglio dei Ministri, in risposta all'Ufficio Legislativo e Affari Giuridici di Confesercenti, confermano la vendita d'asporto dopo le 18 e fino alle 22 per qualsiasi esercizio di ristorazione nella zona gialla

Con circolare prot. n. 33694 del 7 maggio 2021, il Ministero dell’Interno, d’intesa con la Presidenza del Consiglio, fa presente che "considerata la portata di carattere generale e innovativo delle previsioni introdotte dall’art. 4, comma 1" del DL Riaperture (52/2021), "relativamente alla riapertura delle attività dei servizi di ristorazione svolte da qualsiasi esercizio nella zona gialla, per i soggetti che in tale zona svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dalcodice Ateco 56.3, la vendita per asporto è da ritenersi consentita anche oltre le ore 18,00, nel rispetto dei vigenti limiti orari agli spostamenti".

I contenuti della circolare sono stati resi noti dall'Ufficio Legislativo e Affari Giuridici di Confesercenti, che aveva avanzato in merito un quesito. 

E' dunque possibile l’asporto da parte dei bar in zona gialla anche dopo le 18,00 e fino alle 22,00.

La nota del Viminale - osserva Confesercenti - continua poi con le seguenti considerazioni: “Si rammenta, infine, che restano comunque oggetto di divieto, ai sensi dell’art. 27, commi 1 e 2 del DPCM 2 marzo 2021, sia il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico dopo le ore 18,00, sia la consumazione sul posto o nelle adiacenze dei pubblici esercizi, in qualsiasi orario”.

Tale dichiarazione, secondo l'associazione, contiene delle inesattezze e delle affermazioni che comportano una sperequazione ai danni delle attività che effettuano il “consumo sul posto”.

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